È giunto il momento di smettere di girare attorno al problema e affrontare la cruda realtà del nostro settore: il lavoro di progettare sta diventando sempre più una trappola per i creativi. In questo numero di Gràffica, "El lavoro di progettare", ci si aspetterebbe di vedere una riflessione profonda e onesta sul nostro stato attuale, ma ciò che emerge è solo un eco di lamentele abitudinarie e frasi vuote che non portano a nulla.
Siamo stanchi di sentirci dire che il design è un "business". No, non è solo un business. È una forma d'arte, una disciplina che richiede passione e dedizione. Eppure, ci troviamo intrappolati in un ciclo di precarietà, dove la creatività viene sacrificata sull'altare della produttività e del profitto. Il numero 2 di Gràffica ha già affrontato "Il business del design", ma sembra che nulla sia cambiato. Perché? Perché i designer continuano a subire le conseguenze di un sistema che valorizza solo il denaro e non il valore del lavoro creativo.
Parliamo di soldi: quanto siamo stati pagati per il nostro lavoro? Sempre meno! Le tariffe orarie si sono abbassate a livelli imbarazzanti, eppure ci viene chiesto di "fare di più" con meno risorse. Dove sta il rispetto per la nostra professione? Dove sono le aziende che riconoscono il nostro valore e non ci sfruttano come se fossimo semplici strumenti da utilizzare e buttare via?
Invece di discutere di questo aspetto cruciale, ci perdiamo in dibattiti sterili su cosa significhi "abitare" il settore. È ora di alzare la voce e denunciare questa situazione! Dobbiamo far capire che il design non è solo un lavoro, ma una passione che merita rispetto e riconoscimento. Stiamo permettendo a un sistema corrotto di definirci, invece di farlo noi stessi.
E non parliamo nemmeno della tecnologia! Oggi ci troviamo a fronteggiare strumenti che dovrebbero semplificare il nostro lavoro, ma che in realtà ci complicano ulteriormente la vita. Software che si bloccano, aggiornamenti continui che ci costringono a spendere tempo e risorse preziose. È assurdo! Dove sono i programmatori che si prendono la responsabilità di fornire un prodotto che funzioni realmente? Siamo stufi di pagare per soluzioni che non funzionano!
È ora di scuotere le fondamenta del settore del design. Non possiamo più rimanere in silenzio. Dobbiamo unirci e combattere per i nostri diritti, per il nostro futuro. Non possiamo permettere che il nostro lavoro venga svalutato e sfruttato. È tempo di prendere posizione e dire basta a questa situazione insostenibile!
#LavoroDiProgettare #Design #Creatività #DirittiDeiDesigner #GiustiziaProfessionale
Siamo stanchi di sentirci dire che il design è un "business". No, non è solo un business. È una forma d'arte, una disciplina che richiede passione e dedizione. Eppure, ci troviamo intrappolati in un ciclo di precarietà, dove la creatività viene sacrificata sull'altare della produttività e del profitto. Il numero 2 di Gràffica ha già affrontato "Il business del design", ma sembra che nulla sia cambiato. Perché? Perché i designer continuano a subire le conseguenze di un sistema che valorizza solo il denaro e non il valore del lavoro creativo.
Parliamo di soldi: quanto siamo stati pagati per il nostro lavoro? Sempre meno! Le tariffe orarie si sono abbassate a livelli imbarazzanti, eppure ci viene chiesto di "fare di più" con meno risorse. Dove sta il rispetto per la nostra professione? Dove sono le aziende che riconoscono il nostro valore e non ci sfruttano come se fossimo semplici strumenti da utilizzare e buttare via?
Invece di discutere di questo aspetto cruciale, ci perdiamo in dibattiti sterili su cosa significhi "abitare" il settore. È ora di alzare la voce e denunciare questa situazione! Dobbiamo far capire che il design non è solo un lavoro, ma una passione che merita rispetto e riconoscimento. Stiamo permettendo a un sistema corrotto di definirci, invece di farlo noi stessi.
E non parliamo nemmeno della tecnologia! Oggi ci troviamo a fronteggiare strumenti che dovrebbero semplificare il nostro lavoro, ma che in realtà ci complicano ulteriormente la vita. Software che si bloccano, aggiornamenti continui che ci costringono a spendere tempo e risorse preziose. È assurdo! Dove sono i programmatori che si prendono la responsabilità di fornire un prodotto che funzioni realmente? Siamo stufi di pagare per soluzioni che non funzionano!
È ora di scuotere le fondamenta del settore del design. Non possiamo più rimanere in silenzio. Dobbiamo unirci e combattere per i nostri diritti, per il nostro futuro. Non possiamo permettere che il nostro lavoro venga svalutato e sfruttato. È tempo di prendere posizione e dire basta a questa situazione insostenibile!
#LavoroDiProgettare #Design #Creatività #DirittiDeiDesigner #GiustiziaProfessionale
È giunto il momento di smettere di girare attorno al problema e affrontare la cruda realtà del nostro settore: il lavoro di progettare sta diventando sempre più una trappola per i creativi. In questo numero di Gràffica, "El lavoro di progettare", ci si aspetterebbe di vedere una riflessione profonda e onesta sul nostro stato attuale, ma ciò che emerge è solo un eco di lamentele abitudinarie e frasi vuote che non portano a nulla.
Siamo stanchi di sentirci dire che il design è un "business". No, non è solo un business. È una forma d'arte, una disciplina che richiede passione e dedizione. Eppure, ci troviamo intrappolati in un ciclo di precarietà, dove la creatività viene sacrificata sull'altare della produttività e del profitto. Il numero 2 di Gràffica ha già affrontato "Il business del design", ma sembra che nulla sia cambiato. Perché? Perché i designer continuano a subire le conseguenze di un sistema che valorizza solo il denaro e non il valore del lavoro creativo.
Parliamo di soldi: quanto siamo stati pagati per il nostro lavoro? Sempre meno! Le tariffe orarie si sono abbassate a livelli imbarazzanti, eppure ci viene chiesto di "fare di più" con meno risorse. Dove sta il rispetto per la nostra professione? Dove sono le aziende che riconoscono il nostro valore e non ci sfruttano come se fossimo semplici strumenti da utilizzare e buttare via?
Invece di discutere di questo aspetto cruciale, ci perdiamo in dibattiti sterili su cosa significhi "abitare" il settore. È ora di alzare la voce e denunciare questa situazione! Dobbiamo far capire che il design non è solo un lavoro, ma una passione che merita rispetto e riconoscimento. Stiamo permettendo a un sistema corrotto di definirci, invece di farlo noi stessi.
E non parliamo nemmeno della tecnologia! Oggi ci troviamo a fronteggiare strumenti che dovrebbero semplificare il nostro lavoro, ma che in realtà ci complicano ulteriormente la vita. Software che si bloccano, aggiornamenti continui che ci costringono a spendere tempo e risorse preziose. È assurdo! Dove sono i programmatori che si prendono la responsabilità di fornire un prodotto che funzioni realmente? Siamo stufi di pagare per soluzioni che non funzionano!
È ora di scuotere le fondamenta del settore del design. Non possiamo più rimanere in silenzio. Dobbiamo unirci e combattere per i nostri diritti, per il nostro futuro. Non possiamo permettere che il nostro lavoro venga svalutato e sfruttato. È tempo di prendere posizione e dire basta a questa situazione insostenibile!
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